Il tempio di Luxor è un grande complesso templare egiziano situato sulla riva orientale del Nilo nella città di Luxor (antica Tebe).
Era dedicato alla divinità di nome Amon e durante il Nuovo Regno fu il centro della festa annuale di Opet, nella quale una statua proprio di questa divinità, era trasferita lungo il Nilo dal vicino grande tempio di Amon, per il rito di fertilità.
La costruzione del tempio cominciò durante il regno di Amenhotep III nel XIV secolo a.C.; Haremhab e Tutankhamun aggiunsero poi colonne e statue, ma l’espansione maggiore si ebbe con Ramses II circa 100 anni dopo l’inizio dei lavori.
Interventi di restauro furono intrapresi in seguito da Alessandro Magno e dall’imperatore Tiberio.
Durante il periodo della dominazione araba il complesso fu abbandonato, fino a quando nel XIII secolo vi venne edificata la Moschea di Abu el Haggag, sovrastante il cortile delle colonne e nell’intero complesso si insediò un villaggio arabo, poi sgomberato in seguito agli scavi archeologici dell’ottocento.
L’accesso al tempio avveniva da nord, mediante un viale fiancheggiato da sfingi androcefale, mentre quelle che si incontrano oggi, a testa umana, sono una tarda aggiunta voluta dal faraone Nectanebo I.
Alla fine del viale, si erge il grande portale, alto 24 metri, fatto costruire da Ramses II.
L’entrata principale al complesso templare era originariamente fiancheggiata da sei statue colossali di Ramses, quattro sedute (ne rimangono due) e due in piedi.
Invece dei due obelischi di granito antistanti il portale, uno è ancora in sito, mentre l’altro si trova a Parigi in Place de la Concorde.
Fu infatti donato alla Francia nel 1830 dal pascià Mehmet Ali, anche se in realtà il dono comprendeva entrambi gli obelischi, ma solo uno fu asportato.
Attraverso il portale si accede poi al cortile colonnato che fu costruito obliquamente rispetto all’area retrostante, presumibilmente per rispettare la preesistente cappella tripartita in cui erano custodite le barche sacre della triade tebana formata dagli dei Amon, Mut e Khonsu.
Il colonnato è talvolta interrotto da statue rappresentanti Ramses II, tra cui si notano in particolare due enormi statue del sovrano poste all’inizio del colonnato di Amenofi III.
Le basi di entrambe le statue sono decorate con disegni che celebrano l’unificazione dell’Egitto.
Dopo il cortile, attraverso il pilone di Amenofi III, si accede ad un corridoio lungo 100 metri e fiancheggiato da 14 colonne con capitello a forma di papiro.
La galleria immette nel grande cortile-peristilio, risalente alla costruzione originaria di Amenhotep III, dove si svolgeva la suddetta cerimonia principale di Opet con le barche sacre, portate poi all’interno del tempio, dove nella sua parte più profonda, era custodita la statua di Amon.
L’area del sancta sanctorum è costituita da un’anticamera, che in epoca romana venne trasformata in chiesa e ornata da stucchi che andarono a ricoprire senza distruggerle le precedenti decorazioni.
In seguito le decorazioni più antiche furono riportate alla luce.
All’interno del Santuario, probabilmente in età tolemaica, inoltre i sovrani ellenistici fecero costruire il naos, ovvero la cella dedicata ad Alessandro Magno, in cui era presente una copia della sua barca sacra intesa però come barca funebre.
I muri di questo ambiente sono ricoperti infatti da decorazioni che raffigurano il sovrano al cospetto delle divinità egizie.
Infine nel 1989 sotto il pavimento dell’area interna del santuario furono rinvenute 26 statue appartenenti all’epoca egizia del Nuovo Regno, che sono visibili oggi nel vicino Museo di Luxor.
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