Il Delta dell’Okavango, in Botswana, è il secondo più grande delta fluviale interno del mondo, dopo il delta interno del Niger e rappresenta uno degli ecosistemi più insoliti del pianeta.

È formato dal fiume Okavango, che nasce in Angola (presso Huambo) e giunge alla foce dopo un percorso di oltre 1000 km e l’incontro con numerosi affluenti.

Complessivamente, il fiume porta ogni anno circa 11 chilometri cubi di acqua, che vengono scaricati dal delta direttamente nella sabbia del Kalahari, formando una pianura alluvionale di 15 000 km² di estensione, caratterizzata da una complessa e mutevole griglia di canali, lagune e isole.

Nel 1965 una parte del territorio del delta è stato dichiarato riserva naturale, col nome di Riserva faunistica Moremi (circa 3000 km²).

La riserva è gestita dalla Fauna Conservation Society di Ngamiland e rappresenta la principale attrazione turistica del Botswana.

Recentemente, il governo della Namibia ha presentato il progetto di una diga nell’adiacente regione del Caprivi; questa struttura potrebbe costituire un pericolo per l’ambiente del Delta.

L’acqua che entra nel delta è insolitamente pura, a causa della quasi totale assenza di attività agricole o industriali lungo il corso del fiume.

Il delta si contrae e si espande secondo il ritmo stagionale delle piogge.

A marzo e ad aprile, le piogge in Angola iniziano a ingrossare il fiume, in seguito col passare dei mesi, le piogge tendono a spostarsi verso ovest, seguendo il corso del fiume e a partire da giugno il delta inizia a guadagnare 3 km al giorno.

A luglio invece l’acqua comincia ad evaporare sempre più e di conseguenza la piena a diminuire.

Sulle isole del delta abbondano le palme “mokolani”, le acacie, i ficus e i salici, mentre nei canali si trovano bambù e papiro e nelle acque aperte ninfee e fiori di loto.

L’acqua e la vegetazione attirano grandi quantità di uccelli; fra gli altri, l’aquila pescatrice, l’oriolo africano, l’airone nero, diverse specie di anatre, storni, martin pescatore, aironi, pappagalli, upupe, cicogne e buceri.

Nell’acqua nuotano poi i coccodrilli del Nilo e diverse specie di pesci, fra cui i barbi, molto apprezzati dai pescatori locali, compresi anche numerosi anfibi, tra cui le rane toro e le coloratissime “ranocchie campanello”.

Sono presenti inoltre elefanti, bufali, rinoceronti (sia bianco che nero), ippopotami, leoni, sciacalli, iene, zebre, giraffe e babbuini.

Infine attorno al delta vivono cinque gruppi etnici bantu, tradizionalmente dediti a un sistema di sostentamento misto, che include la coltivazione di miglio e sorgo, la pesca, la caccia, la raccolta di erbe selvatiche e la pastorizia.

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