Il deserto del Namib, ritenuto uno dei più antichi del mondo, si trova nella parte costiera della Namibia occidentale, con un breve tratto situato anche in Angola e nella Repubblica Sudafricana.
Il territorio del Namib è in gran parte incluso in aree naturali protette, la più importante delle quali è il Namib-Naukluft National Park, il parco nazionale più esteso dell’Africa.
Il nome “Namib” (da cui “Namibia”) deriva dalla lingua del popolo Nama che abita la regione e significa “luogo vasto”, infatti occupa una superficie complessiva di circa 55.000 km².
Il Namib meridionale (fra Luderitz e il fiume Kuiseb), è costituito da una cintura di dune fra le più alte e spettacolari al mondo, spesso caratterizzate da colori molto intensi, di tonalità comprese fra il rosa e l’arancione.
Particolarmente nota è la destinazione turistica di Sossusvlei, presso cui si trovano la Duna 45 (spesso definita “la più fotografata del mondo”) e la Big Daddy, la più alta del mondo (305 m).
Procedendo da sud verso nord, invece il terreno diventa pianeggiante, ma non mancano formazioni montuose e canyon anche importanti, come il complesso sistema della Moon Valley.
Inoltre, sebbene il suolo sia in gran parte sassoso, le dune riappaiono in diversi luoghi e sono particolarmente note quelle che si affacciano sull’oceano fra Walvis Bay e Swakopmund.
Soprattutto nella parte settentrionale del deserto, l’interazione fra gli umidi e freddi venti oceanici, legati alla corrente del Benguela e l’aria più calda e secca proveniente dal deserto provoca nebbie intense.
Tali nebbie sono state in passato responsabili di molti naufragi; la parte nord del deserto viene chiamata infatti skeleton coast (“costa degli scheletri”) proprio a causa dei numerosi relitti di navi insabbiatesi qui. Alcuni di tali relitti si trovano oggi a poche decine di metri dalla costa, a testimonianza del fatto che il deserto (e quindi la costa) sta lentamente espandendosi verso ovest avanzando su quello che prima era mare.
Dal punto di vista climatico, la caratteristica primaria del Namib è la estrema scarsità di precipitazioni, oltretutto caratterizzate da un andamento stagionale poco prevedibile.
La scarsità delle precipitazioni si riflette nella quasi totale assenza di acqua superficiale, infatti i pochi corsi d’acqua sono quasi sempre secchi e anche quando raccolgono acqua il loro corso è bloccato dalle dune.
Nonostante però l’estrema aridità, il deserto del Namib ospita numerose specie endemiche vegetali e animali.
Fra le specie vegetali più insolite si deve citare la Welwitschia mirabilis, le cui foglie sono nastri verdi che crescono continuamente dalla base, larghi fino a quasi mezzo metro e lunghi cinque, attorcigliati e deposti sul suolo, con le parti finali che progressivamente muoiono, si sfilacciano e diventano di colore marrone.
La fauna invece, è costituita principalmente da artropodi, piccoli mammiferi e rettili, ma comprende anche uccelli come lo struzzo e alcuni mammiferi di grossa taglia come gli orici e persino in alcune aree gli elefanti.
Il deserto è in gran parte disabitato, ma vi sono alcuni insediamenti umani specialmente nella zona di Sesriem, nei pressi della famosa valle di Sossusvlei (per esempio Swakopmund, Luderitz e Walvis Bay).
Gli insediamenti umani nella zona sono alimentati in parte dal turismo e in parte dal commercio di materie prime estratte nella zona, soprattutto diamanti, tungsteno e sale.
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