Il Timkat (che significa “battesimo”) è il nome della celebrazione etiope ortodossa dell’Epifania, che si celebra ogni 19 Gennaio.
Questo festival è meglio conosciuto per la sua rievocazione rituale proprio del battesimo di Gesù nel fiume Giordano (simile a tali rievocazioni eseguite da numerosi pellegrini cristiani in Terra Santa quando visitano il Giordano).
Durante questa cerimonia, che dura due giorni, il Tabot, cioè un modello dell’Arca dell’Alleanza, che è presente su ogni altare etiopico, è con grande rispetto avvolto in una ricca stoffa e portato in processione sulla testa del sacerdote.
La Divina Liturgia è celebrata nei pressi di un ruscello o piscina nelle prime ore del mattino (circa 2 del mattino), poi verso l’alba lo specchio d’acqua viene benedetto con relativa aspersione dei fedeli, alcuni dei quali entrano nell’acqua e si immergono, rinnovando così simbolicamente i loro voti di battesimo.
Si tratta di un’occasione che unisce la preghiera e la festa, infatti l’Arca Santa, viene poi ricondotta in chiesa accompagnata da una processione di uomini e donne con abiti colorati che cantano e danzano ritmicamente.
Dopo che il Tabot è stato nuovamente riposto in chiesa, i fedeli tornano nelle loro case per continuare i festeggiamenti e anche per pregare in gruppo.
Il maggiore centro di questa sentita celebrazione religiosa è Lalibela, la Gerusalemme etiopica dove nelle chiese rupestri si tengono le celebrazioni più imponenti e dove la partecipazione è più massiccia.
L’Etiopia è infatti una delle più antiche nazioni cristiane del mondo e nonostante sia uno stato che comunque deve fare i conti con una forte influenza anche dell’Islam, è riuscito nel corso del tempo a salvaguardare e a mantenere accesa la presenza della chiesa ortodossa tradizionale.
Per concludere si tratta di un’occasione interessante per ammirare da vicino la cultura del popolo etiope fra religione, colori e danze.
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