Profumi, cioccolato e gelati sono prodotti che da sempre impiegano l’uso della vaniglia.
Questa spezia molto nota si ricava da una orchidea originaria del Messico ed impiega di solito tre anni per produrre il fiore che poi deve subire dei particolari processi.
La pianta, viene coltivata in grande quantità anche nel Madagascar, da dove proviene l’80% della vaniglia mondiale, ma a seguito dei cicloni che hanno colpito l’isola negli ultimi due anni, la produzione ne ha fortemente risentito e di conseguenza ciò ha portato ad un aumento considerevole dei prezzi.
Basti pensare che mentre prima un chilo di vaniglia costava 200 dollari, oggi raggiunge addirittura i 600 dollari e quindi è molto facile dedurre come il Madagascar abbia da ciò tratto notevoli guadagni.
Allo stesso tempo però stanno crescendo anche diversi disagi, tra cui il più grave riguarda l’aumento vertiginoso dei furti della pianta da cui si ricava la spezia.
Un fenomeno che ha costretto molti coltivatori ad assumere guardie armate per vigilare costantemente le piantagioni e prevenire così i furti.
Inoltre le varie aziende alimentari spingono i coltivatori ad accelerare i processi produttivi e questo va a inficiare purtroppo la qualità del prodotto, visto che spesso per stare al passo con la domanda continua i coltivatori sono costretti ad impiegare prodotti sintetici.
Infatti ad essere precisi il processo che porta alla realizzazione della vaniglia come detto prima, non è di certo facile o breve e viene qui effettuato totalmente a mano.
Nonostante però questo settore molto florido, il Madagascar nel complesso rimane uno dei paesi più poveri al mondo.
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