Storia della Tanzania

La maggior parte della storia nota di Tanganyika prima del XIX secolo riguarda la zona costiera, anche se l’interno presenta numerosi importanti siti preistorici. Il più significativo di questi è la gola Olduvai, situata nell’angolo nord-occidentale della Tanzania nei pressi del cratere di Ngorongoro. Nel 1959, dopo anni di scavi nella gola con il marito, Louis Leakey, Mary Leakey scoprì il cranio quasi perfetto dell’uomo orientale (Zinjanthropus boisei, ora considerato come Paranthropus boisei) che abitava l’area tra 2,3 e 1,2 milioni di anni fa. Le prove disponibili da altri siti archeologici e registrazioni storiche testimoniano l’esistenza di numerose ondate di migrazione nell’area litoranea tanzaniana nei millenni.

I contatti commerciali tra l’Arabia e la costa dell’Africa orientale hanno portato alla creazione di numerosi insediamenti commerciali asiatici e arabi lungo la costa e nell’interno di quella che oggi è la terraferma della Tanzania.

Alla fine del XV secolo i portoghesi approdarono in queste terre, stabilendosi sulla costa, utili ai loro interessi commerciali. Successivamente furono respinti dal sultanato dell’Oman, che ottiene poi l’appoggio della Gran Bretagna.

I tedeschi ebbero il controllo dell’odierna Tanzania fino alla fine della Prima Guerra Mondiale quando persero la sovranità sulle colonie ed il territorio finì sotto il controllo della Società delle Nazioni.

La Tanzania diventa indipendente nel 1961. Zanzibar due anni dopo, per poi diventare, nel 1964, Repubblica Unita di Tanzania con Nyerere come presidente e Karume come primo vice presidente. Nonostante l’unificazione, per anni Zanzibar ha continuato a perseguire le proprie politiche, prestando poca attenzione alle pratiche continentali.

 

 

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